L'AMBULANZA

verg

Osservo i tuoi fianchi nervosi e filanti, propridei tuoi diciott'anni.

Mi accorgo, invece, di quelli miei, mentali, meno asciutti dei tuoi, ma più dolci ed ingrassati.

Mi accorgo di ciò che io sono e di quello che sono i miei amici: i vecchi del bar. Gli anziani, ...apparentemente arrivati, ma senza consigli da potere dare ai meno vegliardi.

E mentre fuori soffia un vento caldo e leggero mi trovo a rimuginare su ognuna di queste impressioni:

Sul caffè zuccherato dei tuoi tacchi a spillo.

Sui tuoi occhi resi vacui dai sorsi di vodka.

Sugli abbracci "sdentati" del tuo essere finta.

Sulle impolverate labbra delle vite che hai dimenticato.

Sui discorsi guardinghi di noi, che non abbiam niente da dirci...

...e finisce così anche questa sera. Un lungo silenzio smorzato dalla nostra sordità, nell'attesa di un miracolo che stenta ad arrivare... nelle povere, note stonate di una sirenza lontana: l'effimera voce di un'ambulanza, eco di queste esistenze precarie.

 

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