FLYING

[...] "C'era una volta un villaggio di creature che vivevano nel fondo di un gran fiume di cristallo. La corrente del fiume scorreva silenziosamente su tutte le creature, giovani e vecchie, ricche e povere, buone e malvagie, in quanto la corrente seguiva il suo corso, conscia soltanto della propria essenza di cristallo. Ogni creatura si avvinghiava strettamente, come poteva, alle radici o ai sassi del letto del fiume, poiché avvinghiarsi era il loro modo di vivere, e opporre resistenza alla corrente era  ciò che ognuna di esse aveva imparato sin dalla nascita. ma finalmente una delle creature disse: "sono stanza di avvinghiarmi. Poiché, anche se non posso vederlo con i miei occhi, sono certa che la corrente  sappia dove sta andando, lascerò la presa e consentirò che mi conduca dove vorrà... continuando ad avvinghiarmi, morirò di noia!" Le altre creature risero e dissero: "Sciocca! Lasciati andare e  la corrente che tu adori ti scaraventerà rotolandoti fracassata contro le rocce, così che tu morirai più rapidamente che per la noia." Quella però non dette loro ascolto e , tratto un respiro, si lasciò andare e subito venne fatta rotolare dalla corrente e frantumata contro le rocce. Ciò nonostante dopo qualche tempo, poiché la creatura si rifiutava di tornare ad avvinghiarsi, la corrente la sollevò dal fondo liberandola, ed essa non fu più né contusa né indolenzita. E le creature più a valle nel fiume , per le quali era un'estranea gridarono: "Guardate, un miracolo! Una creatura come noi, eppure vola! Guardate il Messia, venuto a salvarci tutte!" E la creatura trascinata dalla corrente disse: "Io non sono un Messia più di voi. Il fiume si compiace di sollevarci e liberarci, se soltanto osiamo lasciarci andare. La nostra missione vera è questo viaggio, questa avventura."  [...] "Ecco una prova per accertare se il tuo viaggio sulla terra è compiuto. Se sei vivo non lo è."

(Richard Bach - ILLUSIONI - Le avventure di un Messia riluttante)

Che cos'è la vita se non un viaggio?

C'è chi viaggia e raggiunge quasi subito la propria meta e c'è invece chi viaggia per tanto tempo senza peraltro raggiungerla mai, questa meta. Ci sono momenti in questo viaggio in cui bisogna fermarsi, però, perchè a volte ci si rende conto che la strada che si è scelto, molto semplicemente, è la strada sbagliata. Non è passato un solo giorno dall'inizio di questo viaggio, in cui io non mi sia posto una domanda. Non è passato un giorno dal quale io non abbia imparato qualche cosa. ...ciò nonostante, a volte, mi sembra che ci sia così tanto da imparare che il tempo non mi basterà mai.

A volte mi sembra di essere così vicino alla meta da quasi poterla cogliere, poi, però, ti rendi conto che tutto era soltanto una illusione.

...Come sei bella quando assorta nei tuoi pensieri, la pallida pelle del tuo viso si rispecchia sul vetro dell'autobus. E come sembrano rosse le tue labbra mentre sei quasi imbambolata dietro le lenti dei tuoi occhiali. ... e come è vuoto stasera questo posto in cui avresti dovuto esserci anche tu. Vorrei tanto che il mio viaggio finisse dentro la morbidezza di un tuo abbraccio... vorrei tanto che la vita si riappropriasse, finalmente, della vita e che quella risata accompagnasse il mio viaggio, questa volta, di ritorno.

...E stasera la cosa che più mi dà voglia di camminare nella direzione che tante volte mi è sembrata sbagliata, ma che altrettante volte non ho mai voluto abbandonare e quel tuo ultimo sguardo di quest anno... quello sottile, che forse, nella penombra di un pub, ho visto soltanto io... io, che continuo a camminare faticosamente verso di te.

 

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