IL BOSCO
"Le domande più semplici sono anche le più profonde:
- Dove sei nato? Dov’è la tua casa? Dove stai andando? Che cosa stai facendo? -
Pensa a queste cose di quando in quando, e osserva le tue risposte cambiare. "
Ho sognato:
Una mano nella mia che mi guida lungo un sentiero campestre che porta a quel piccolo bosco sotto casa mia.
Ho rivisto le felci ingiallite sul limitare del viottolo e la terra dell'autunno schiantata dalla nascita delle vesce.
Poi sono stato guidato fino tra gli alberi, dove la luce, diffusa dalle loro fronde, diventa fioca e le ombre più scure.
Ho sentito il frusciare dei miei passi, e dei tuoi, sulle foglie della querce e della betulla.
Ho visto il biancheggiare maculato della corteccia muschiosa sui tronchi del castagno e del gattice ed ho annusato, ancora una volta, gli odori di muffa e funghi che sono di questa mia terra.
Ho toccato, con le gambe, lungo i miei passi, il sottobosco: quello morbido e vellutato del birichicco e delle edere rampicanti e quello più ispido e fastidioso dell'agrifoglio e del pungitopo.
E poi arrivati, con passi ovattati, nella radura deve i vecchi tronchi dei lecci sono caduti e l'unica ombra rimasta è quella del sorbo e quella più vasta e maestosa del grande pino, che ricopre con i suoi bronzei aghi, il terreno circostante, mi sono fermato ed ho trattenuto quella tua mano.
Così, finalmente, ti ho vista in faccia, ragazza senza nome... e con te ho veduto chi conosco e chi non ho mai immaginato.
Di che colore sono i tuoi occhi?
...non lo so.
Di che colore i tuoi capelli?
Non saprei davvero dire...
Ma questo non è importante quando so che ti amo.
Quando so che ti ho abbracciato ed ho sentito, in me, il profumo del bucato pulito e di quel vento che in primavera va accarezzando, fresco, i campi di grano ancora verdi e danzanti come enormi distese d'acqua.
Ed alla fine penso che tu mi sia ancora più cara perchè fai parte di quel mondo che non mi appartiene e non mi apparterrà mai nella realtà. ...di quel mondo che era dei miei nonni e dei miei antenati perduti, dove l'odore delle violette mammole era il tuo profumo celestiale.
...quella selvaggia natura perduta a favore dell'avvenire che altro non mi porta in dote che la tua mancanza...