VENERDI' SERA


Mentre da quella discesa sale l'odore salato e muschioso d'urina, mi ritrovo a parlare con quell'amico che nella propria ubriachezza non riesce pių nemmeno a guardarmi negli occhi.

E mentre la piazza va addormentandosi ed i discorsi si fanno seri, tenebrosi, tristi, ma un po' scontati, mi vedo, d'un tratto, imbambolato, in quel misero riflesso di luce sulle unghie robuste, smaltate di un rosso sanguigno, sui piedi di una turista straniera, i cui passi portano al giaciglio notturno.

Mentre osservo l'intrico delle vene che vanno al polpaccio scolpito, vengo fulminato dalle speranzose illusioni (o illuse speranze) di chi č meco.

E' come se mi guardassi allo specchio ed in esso vedessi tutte le genti.

Mentre me ne vado ascolto il crepitio dei miei passi sulla ghiaia e colgo, nella mia vita, una fessura di buio.

E' come se stasera i ricordi si facessero stanchi ed i sogni si tingessero di noia.

Scoppia l'ultima bollicina sul fondo di questa bottiglia di birra vuota e sporca di schiuma leggera.

Guardo altrove, dove il domani non ha colore...

 

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